Dopo un lungo periodo di silenzio, riprendo a raccontare
- Isabella Pojavis
- 25 set 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Sono passati un po' di anni dall'ultimo post su questo sito, ma ho finalmente ritrovato l'energia e la voglia di raccontare quello che succede nella mia vita tra le parole, i libri e la scrittura. Lo faccio perché credo che condividere è una parte importante del nostro essere umani: è un modo per avvicinarci, riconoscerci, differenziarci e rispettarci.
Mi sento sempre più isolata nel mio modo di vedere le cose, diversa e in qualche modo assurda, e continuo a chiedermi se sia giusto che cambi, che mi adatti a qualcosa che mi sembra lontano da me, o se continui per una strada non definita e illogica ma molto mia.
Oggi, scelgo di continuare per questo secondo cammino: faticoso, solitario ma meraviglioso che ho scelto con la consapevolezza sempre più chiara e presente che la distanza tra me e te che stai leggendo è pura finzione, non esiste. Siamo parte di un'unica emozionante e abbondante energia che ci contagia, riempie, rappresenta.
Corde in movimento, dove non esistono il male e il bene, il giusto e lo sbagliato ma in cui è presente una danza infinita di possibilità.
Questo par fare un riassunto del punto da cui riparto.
Oggi, quindi vi presento il mio nuovo libro "La differenza sta qui", ed è davvero così: all'interno di questo romanzo percepirete la differenza, gli opposti possibili, due punti di vista che in qualche modo si sovrappongono ma si distanziano. Qualcuno mi ha commentato essere un libro d'impatto, ci si sente in continua valutazione, paragone, come se il lettore diventasse il libro. La differenza sta qui è una storia, come tutte quelle che scrivo, che vi invita a riflettere.
Non pensiate di trovare risposte perché quelle sono dentro di voi, ve le sussurra la vostra voce interiore che dovrete in qualche modo captare. La differenza sta qui parla di due uomini, due vite parallele, in cui il confronto è fatto da chi legge.
Quale dovrebbe essere il nostro approccio alla vita? Come apprezzare quello che si ha? Come utilizzare quello che non si ha in forma costruttiva? È possibile farlo? Ma sopratutto, essere in un modo o in un altro, fare errori o non farne, essere felici o non esserlo che differenza fa nel complesso, nella vita in senso generale, nel mondo?
La storia è iniziata dopo aver ascoltato alcuni audiolibri di auto-aiuto e dopo aver approfondito il concetto di attitudine e di influenza del pensiero. È vero? Non è vero?
Beh, io ho la mia versione dei fatti e della vita che nel mio caso, come vi dicevo prima, è sempre un po' sopra le righe, o forse dovrei dire fuori dalle righe; ma i due protagonisti del mio romanzo non sono me, sono personaggi che sono passati attraverso di me per arrivare a voi e sussurrarvi qualcosa che non posso scrivervi in questo post.
Dovrete scoprirlo da sole o da soli.
Ricomincia il viaggio, non che si fosse mai interrotto, ma riprendo a condividerlo con voi.
Se leggete i miei libri, sappiate che è quello che resta dopo la lettura l'importante e che quello che resta siete voi. Assorbite come spugne di mare enormi quantità di informazioni, punti di vista, pensieri, e continuate il vostro viaggio, la vostra avventura.
Prendere quello che serve e lasciate andare il resto.
Non scrivo per intrattenervi, mi dispiace, per me la scrittura è una doccia d'acqua fredda in pieno inverno. Se ne avete bisogno, se vi piace mettere in discussione tutto, se avete delle domande e siete alla disperata ricerc
a di risposte, se siete stanchi di una zona di confort che non conforta nessuno, e se percepite che c'è qualcosa di più grande, di più profondo, di più importante, allora siete nel posto giusto, vi stavo aspettando.
Attraversate questo deserto insieme a me: io vi tengo per mano, ma non sperate che sappia so dove stiamo andando.
Buona lettura,
Isa
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