Era giovedì ed era il mio compleanno!
- Isabella Pojavis
- 20 giu 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Come si scrive 39?
Tutta la settimana è stata una lenta attesa. Per stupido che sia, il giorno del mio compleanno aveva portato con sé riflessioni e dubbi: la consapevolezza del tempo che passa, il definirsi, il conoscersi.
Negli ultimi mesi sono cambiate tante cose nella mia vita, e ricordi e proiezioni combattevano nella mia testa alla ricerca di definizioni. Eppure, proprio nel cambiamento, come sempre, riscopro un nuovo modo di vedere, di valutare: quello che prima sembrava ovvio, diventa meno scontato; mentre quello che non immaginavo si trasforma in realtà.
Poi un’amica, o forse dovrei dire una futura amica visto che ci siamo appena conosciute, mi ha raccontato di come si sia ritrovata in qualcosa che nemmeno sapeva esistesse, in un lavoro che non aveva mai sentito nominare, e in un paese che da ragazzina non conosceva.
Dopo la nostra conversazione qualcosa in me era cambiato.
Succede anche a voi? Che gli incontri, i momenti, gli amici, portino luce nella direzione in cui stavate guardando?
Quello che mi piace del cambiare paese, città o palazzo, è il conoscere persone diverse, con sogni diversi, strade diverse; mi piace ascoltare modi di pensare che non sono il mio e il suono che fa la felicità quando raccontata da altri; o la tristezza, non fa differenza.
Ho capito che, nonostante abbia scritto un racconto su questo argomento, stavolta ero io a non essere pronta a lasciar andare, a chiudere un capitolo per iniziarne uno nuovo con lo spirito giusto. Mi sentivo ancorata, in qualche modo aggrappata, forse per la paura dell’ignoto.
E poi… basta fare un passo avanti, con la mente libera, e nuovi mondi si aprono.
Tutto dipende dal modo di vedere, di porsi.
Per questo, per il mio compleanno ho scelto il lago.
Sono nata a Napoli e sono cresciuta nell’acqua salata del mare. Quand’ero ragazza, pensare di fare un bagno in un lago, in un fiume o in una piscina, era una sorta di sacrilegio: si faceva, ma non poteva essere paragonato, perché il mare è il mare, nella sua vastità, imprevedibilità, nelle sue sfumature, suoni, odori…
L’acqua era fredda da togliere il respiro, di un verde trasparente che sembrava lo specchio degli alberi intorno. Assenza di sale e una freschezza sulla pelle che cullava. Mentre nuotavo, vedevo la sponda opposta, gli alberi che mi abbracciavano e mi proteggevano. Due anatre mi sono passate vicino, indaffarate nel loro ritmo. Non c’erano lidi, ombrelloni o sedie sdraio, giusto qualche molo in legno per aiutare la discesa nei punti più alti. Il fondo era sabbioso, senza quel fastidioso effetto melma. Un luogo incantato, in cui mi sentivo parte della natura, un animale tra gli altri.
Così è iniziato il mio trentanovesimo compleanno, tra le acque di un lago; così inizia una nuova pagina, tra anatre e abbracci, con mille progetti e sogni da realizzare.
Grazie alla mia futura amica e grazie a voi per essere qui. Grazie alla mia famiglia, grazie ai messaggi di auguri. Grazie alle parole che mi permettono di creare laghi nella fantasia.
E adesso, per il mio compleanno, mi piacerebbe farvi un regalo.
Vorrei regalare un libro (L’uomo che camminava con un sellino sotto al braccio) al vostro migliore amico/a. Come fare per vincerlo? Ce ne sono in palio tre.
- Scrivete al vostro miglior amico/a un messaggio nei commenti.
- Ditegli perché vorreste regalargli un libro, perché è importante per voi averlo nella vostra vita.
(La lunghezza del testo la decidete voi).
Io sceglierò tre messaggi, e invierò il romanzo, con la vostra dedica, al vostro amico/a.
Che ve ne pare? Senza la mia futura amica non avrei visto il segnale di uscita che stavo cercando e sono sicura che senza amici voi non avreste fatto e vissuto tante cose importanti della vostra vita, e allora…
Diciamogli grazie insieme, perché senza di loro non saremmo le persone che siamo.
Vi voglio bene.
Isabella
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