Haiku, chi sono e perché ve ne parlo.
- Isabella Pojavis
- 16 mag 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Schiocco di labbra
che, sospinte dal vento,
si incontrano.
Qual è il confine tra il dire qualcosa e il non dire niente? Tra suscitare una reazione e l’indifferenza?
Questa è una delle domande che io e mio padre ci poniamo spesso al telefono (sì, parliamo di cose tipo questa, che vuoi farci). Ovviamente, quasi sempre lui propende per una parte del filo e io per l’altra, con il risultato di un meraviglioso equilibrio senza risposte.
Ho scoperto gli Haiku qualche anno fa e vi giuro che prima non li avevo mai sentiti nominare. Eppure in qualche modo la loro conoscenza mi ha regalato un uso diverso della scrittura e un rapporto più intimo con la poesia.
Un Haiku è un componimento poetico giapponese, ormai diffuso ben oltre le terre di questo paese. Ha una struttura piuttosto rigida di 17 sillabe divise in tre versi di 5-7-5 sillabe.
Sì, contate pure le sillabe dei versi che ho scritto all’inizio del post e verificate che i numeri tornino.
L’haiku è una poesia con struttura rigida ma che ha altre caratteristiche che lo contraddistinguono: il suo valore, direi inestimabile, è quello di descrivere il momento, non un pensiero, non un prima, non un dopo, ma l’adesso, l’istante. Scrivere un Haiku ci costringe a fermarci, respirare, riscoprire e ritrovare il mondo che ci circonda. Un Haiku per tradizione parte sempre da un’immagine della natura e conclude con un verso inaspettato. Vi porto un altro esempio, questo leggermente più antico del mio:
Il tetto si è bruciato:
ora
posso vedere la luna.
Mizuta Masahide
(1657 -1723)
Una meravigliosa immagine di speranza, di cui abbiamo sempre bisogno.
Come avrete notato, se siete stati attenti, nessuno dei due Haiku rispetta perfettamente le linee che vi ho indicato per questo verso poetico, ma la scrittura, si sa, ha delle regole e la sua bellezza sta anche nel poterle superare. (Considerate comunque che questo secondo è una traduzione dal giapponese).
La mia attrazione verso questo genere poetico è stata immediata, non scrivo Haiku spesso come vorrei o forse dovrei, ma credo che siano importanti per dare importanza al tempo per chi li scrive e non solo per chi li riceve.
Non so se avete letto il 'Metodo Ikigai' (se non lo avete fatto ve lo consiglio). Questo libro, che parte da una vecchia tradizione giapponese, ci porta a riflettere su alcuni modi di vedere le vita, spesso in contrasto tra le culture di oriente e occidente.
Io non sono un’amante dei metodi, in generale; che si parli di dieta, modo di studiare o cura terapeutica, trovo che il metodo sia una semplificazione a volte eccessiva. L’unica soluzione è, secondo me, la conoscenza, l’approfondimento, l’individuo, la sua storia, il suo presente. Comunque in questo libro c’è qualcosa da prendere: una serie di piccoli spunti che possono, o non, creare onde concentriche sulla superficie del lago.
Uno di questi spunti è proprio quello di scrivere un Haiku al giorno. Fermarsi, respirare, sapere di essere qui, in questo momento e riportarlo su carta, senza pensare o scegliere. Un’esperienza da provare, anche perché come scrittori ci da la possibilità di alleggerire la penna, di seguire il flusso del mondo e, come ‘non scrittori’ ci aiuta a fermarci, focalizzare, esprimerci.
Ovviamente, da tutta questa esperienza che ho vissuto sulla mia pelle, è nato un libro, una raccolta di Haiku personalizzati e centrati sulle tappe della vita: dalla nascita alla morte, in un percorso unico e generale. Tu in Haiku: un libro che è nato in collaborazione con un’artista, e amico, Gabriele De Stefano, che ha disegnato meravigliose immagini ispirate dalle parole.

Immagine di Gabriele De Stefano.
Un libro che amo particolarmente per la sua chiarezza visiva e la profondità del suo significato, dove vita e morte si incontrano in un lungo bacio.
E tu? Hai mai scritto degli Haiku? Ti piace scriverli?
Se non lo hai mai provato, mettiti alla prova e scrivi il tuo Haiku.
È la loro brevità a renderli unici e intensi.
Li aspetto nei commenti.
A presto
Isabella Pojavis
Comments