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La solitudine delle parole

Agenti letterari e il mondo dei libri.


Miei cari #gigli,

oggi voglio raccontarvi un'esperienza che ho fatto in questo periodo.

Per sei mesi, ho lavorato a tempo pieno in una scuola Montessori, cosa che mi ha impedito quasi completamente di scrivere. Non entro nel dettaglio di quest'esperienza perche ve ne parlerò poi, ma vorrei che ci soffermassimo sul fatto che ho avuto pochissimo tempo da dedicare alle parole e a questo blog.

Eppure, ho imparato che anche stando fermi le cose accadono.

Ho deciso infatti di provare a contattare un agente lettario per iniziare a comprendere e investigare un mondo, quello dell'editoria che ancora mi risulta sconosciuto. Un agente letterario per chi non sa chi sia è un intermediario tra autore e casa editrice, e che propone i testi agli editori, nel caso in cui gli piacciano, e sostiene i diritti degli autori in caso di contratto.

Non avendo materiale nuovo, nuove storie intendo, ho iniziato con il contattare diversi agenti e chiedere se prendessero in considerazione anche testi già pubblicati in auto-edizione. Un giro di una decina di email a cui ha risposto meno del 50 per cento. Tra queste risposte, c'è stata quella della Laura Ceccacci Agency.

La loro risposta è stata veloce, cortese e affermativa: accettano testi già pubblicati, anche se preferiscono inediti e adesso capirete perché.

Mi sono piaciuti da subito, gentili, preparati e onesti.

Il servizio è a pagamento, ma questa agenzia offre anche una possibilità al mese di invio gratuito (potete trovare le informazioni qui). Credo che sia una delle poche, se non l'unica, a offrire questa opzione e già solo per questo hanno ricevuto tutta la mia stima e simpatia.

Non sappiamo mai chi sia la persona che abbiamo di fronte o che percorso abbia avuto, e trovo ingiusto creare un'impossibilità di espressione artistica per un limite economico.

Io, avendo un lavoro, ho deciso di scegliere la modalità a pagamento (sul sito trovate tutte le informazioni sui prezzi).

Ho inviato quindi "La danza dei pinguini", il mio ultimo romanzo, ma con molta onestà mi è stato detto che i libri sulla situazione Covid al momento non interessano le case editrici. Sul motivo possiamo fare delle speculazioni, ma immagino sia legato al fatto che si tratti di una tematica ancora troppo viva.

Ho inviato quindi un secondo testo, "Le scale", ma anche questa volta mi è stato detto che l'agenzia non prende in considerazione racconti lunghi, per ricevere una valutazione ci vuole un testo di minimo 200.000 caratteri (per darvi un'idea nel caso in cui voleste inviare qualcosa anche voi).

Quindi che fare?

Rinunciare e aspettare il prossimo romanzo?

Ovviamente no.

Ho preso "L'uomo che camminava con un sellino sotto al braccio", ho cercato di eliminare tutti gli errori grammaticali che contiene (immaginando che nessuno che lavora nell'editoria potrebbe mai accettare di valutare un libro che contiene errori), e l'ho inviato.

Meno di tre settimane, e ho ricevuto la loro valutazione scritta da un lettore che ha dedicato moltissima attenzione al romanzo.

Sono sincera con voi, ho pianto per almeno due ore dopo averla letta.

Diciamoci la verità, quello che scriviamo è un pezzo di noi che se ne va, ma che comunque ci apparterrà per sempre. Avete presente la sensazione di una madre o un padre che vanno a parlare con un insegnate insoddisfatto per il rendimento del proprio figlio? Ecco, mi sono sentita così. Il ragazzo è intelligente, ma potrebbe sforzarsi di più o una cosa del genere.

Come avrete capito, per loro, il testo necessita ancora di lavoro e di alcune modifiche, che mi sono state suggerite con estrema precisione.

Passate le prime due ore di pianto, quelle delle emozioni e delle aspettative, in cui ci si sente soli in un mondo troppo grande per essere compreso e affrontato, mi sono poi sentita per la prima volta ascoltata e vista come scrittrice, in un modo che non mi era ancora capitato. Non so se in questo sia stata fortunata o se sia sempre così con chi lavora nell'editoria, ma per la prima volta qualcuno ha dedicato del tempo e ha compreso e sentito ogni dubbio, ogni virgola che ho messo nella storia. Il lettore, di cui non conosco il nome, ha analizzato ogni granello, è stato come se qualcuno mi stesse finalmente leggendo. Chiedo scusa ai miei lettori che apprezzo, e che so che mi leggono in un modo emozionale e contagioso, ma questa è stata un'esperienza diversa, è stata un'analisi, una decomposizione chirurgica.

Me ne sono innamorata!

Lo dico davvero.

Mi sono rivista fuori da me, mi sono riinnamorata anche di me stessa e anche incazzata con me stessa.

È stata una bellissima esperienza.

Se siete degli scrittori e avete la possibilità di provarla, ve la consiglio senza dubbio.

Magari, prima di pubblicare il testo, prima di averlo completato del tutto, in modo da essere in tempo per scegliere delle modifiche o ascoltare dei suggerimenti.

Io, che ovviamente sono una sciocca testarda, non cambierò una virgola, perché è una storia per me già lontana nel tempo e sopratutto perché è nata in un modo e rimarrà in quel momento perché la amo così.

Per il futuro però questa valutazione mi spinge a pormi ancora più domande e a cercare qualcuno che abbia voglia di rispondere a queste domanda in modo così analitico insieme a me.

Peccato che tutto questo abbia un costo, peccato che non tutti possano permetterselo e soprattuto che l'esperienza artistica debba sottomettersi a una serie di regole stabilite. Peccato non aver ancora trovato qualcuno che voglia vivere un'esperienza e non lavorare sull'esperienza altrui, ma questo è un altro punto.

Oggi vi saluto ringraziando ancora il famoso lettore e l'agenzia per la loro professionalità.

E lo faccio riportandovi una frase della valutazione che mi ha comunque riempito il cuore:

"consiglio una ulteriore stesura del romanzo ... perché .... la sensibilita dell'autrice è talmente tanto evidente da non poter andare perduta o sprecata.

Ci sono dei momenti bellissimi all'interno di questo romanzo, pagine di delicatezza rara."

Grazie!

Perché il motivo per cui scrivo è proprio questo, ricordare l'importanza della delicatezza, dei gesti attenti, dell'empatia e del rispetto, e se anche solo un frammento di questo è arrivato anche agli occhi di un esperto, significa che sono sulla strada giusta.

Agente letterario?

Senza dubbio!


Certo, io aspetto ancora un mondo in cui i soldi non facciano la differenza, ma intanto che aspetto e cerco di costruirlo a mio modo...


Un abbraccio #gigli


Ps. disegno della bicicletta a cura di Adele Corrado.

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