Leggiamo il libro o l’autore?
- Isabella Pojavis
- 6 mag 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Confessiamolo!
Stamattina ho ripreso tra le mani ‘Emma’ di Jane Austen.
Il libro mi era stato regalato per il mio compleanno, se non sbaglio, dell’anno scorso. In realtà un regalo richiesto, perché avevo da poco finito di leggere 'Orgoglio e pregiudizio' e' Sensatezza e sensibilità' (entrambi della Austen), e mi ero innamorata del suo modo di scrivere.
Le due storie mi erano apparse simili, così come lo stile dell’autrice, ma il romanticismo che ricopriva i suoi personaggi, le ambientazioni e gli eventi narrati, mi avevano raddolcito, accarezzando quel cinismo che spesso si impossessa dei miei pensieri.
In quel caso era stato, per me, un’innamoramento a prima vista: già solo il dualismo dei suoi titoli mi aveva fatto rivivere il dualismo del mio essere.
Sensatezza e sensibilità, che cos’altro serve nella vita se non questo?
‘Mi querida Jane Austen’, per utilizzare il titolo del romanzo di una amica e scrittrice spagnola.
Una volta ricevuto il romanzo, avevo iniziato a leggerne qualche pagina, però, avevo deciso che, leggere tutti i suoi libri in un breve periodo, sarebbe stato come consumare velocemente un bene prezioso. Sarebbe stato come scegliere di vivere intensamente per poi però abbandonare per sempre quelle emozioni (visto che non mi piace rileggere le storie). Scelsi quindi di metterlo da parte per il prossimo momento in cui avessi avuto bisogno di una carezza. Oggi direi che la situazione Covid-19 abbia creato l'occasione perfetta.
Ma perché vi racconto questo? Perché con Jane Austen, come con altri autori, la scelta del leggere i suoi libri non è stata data solo dalla storia (Orgoglio e pregiudizio, il primo libro della Austen che ho letto, mi è piaciuto tantissimo), ma dal suo modo di scriverla, dalla sua specifica e unica penna.
In parole povere, Jane Austen avrebbe potuto scrivere anche la lista della spesa, che io avrei voluto leggerla.
Oggi, mi sono quindi chiesta quanto sia l’autore a convincerci e quanto sia la storia a farlo, quando scegliamo un libro.
Se un autore ci piace, saremmo disposti a leggere qualsiasi cosa che questo scrive? Magari per conoscerlo meglio, per stargli vicino, per riprovare quelle sensazioni provate nella lettura di un suo altro suo libro?
A me succede raramente di innamorarmi di uno scrittore, però quando accade è amore eterno, tranne rare eccezioni. A tale proposito, ricordo, di aver letto da ragazzina ‘Due di due’ ed essermi innamorata perdutamente di Andre De Carlo. Dopo quel romanzo, ho letto non so se cinque o sei dei suoi libri, ma l’ultimo non sono riuscita a finirlo ed è terminata cosí la nostra storia d'amore. Ero cresciuta con i suoi libri, ma probabilmente ero cambiata e all'improvviso il suo modo di scrivere mi risultava distante.
Di Sepulveda invece ho letto tutti i racconti e, anche se alcuni mi hanno convinto meno, ho sempre legato un sorriso al suo nome. Mi è dispiaciuto moltissimo che il virus lo abbia portato via, RIP.
Ci sono poi De Luca, Pennac e moltissimi altri di cui non mi stanco di leggere, di sfogliare: se vedo il loro nome, so che li leggerò, prima o poi.
È l'autore o la storia?
Per gli autori contemporanei, noto sempre più spesso, come le mie amiche condividano post personali di scrittori, leggano i loro articoli su giornali e riviste, seguano i loro profili Instagram. Come se ci fosse una necessità di scoprire, di indagare e di vivere la persona, non solo attraverso le sue storie ma anche attraverso la realtà della sua vita. Come se, per leggere il libro di qualcuno, prima ci dovessimo innamorare di quella persona e, solo a quel punto, non farà più differenza quello che questi scrive, perché il nostro giudizio su di lui/lei sarà più soffice e le critiche attenuate.
Voi che ne pensate?
Leggete l’autore o la storia? Se l’autore vi piace come persona, la storia non importa?
O se la storia vi piace, vi innamorate immediatamente anche dell’autore?
Se trovate un autore che vi piace, lo seguite anche nella vita reale, o non è importante?
Esistono storie che vi piacciono ma di autori che odiate e che non vi sono simpatici?
Di chi leggereste anche la lista della spesa?
Io credo di innamorarmi di entrambi, di storie e autori, ma credo di innamorarmi degli scrittori principalmente leggendo i loro libri, o seguendoli in qualche presentazione; magari preferisco immaginarli più che vederli nella realtà.
Non è in fin dei conti lo scrittore stesso un personaggio?
Quando mi innamoro delle storie, invece, se non c'è un trasporto ideologico l'amore resta legato a quel singolo romanzo e non ne cerco altri di quell'autore, ma quando sento di condividere l'idea, la visione di chi scrive, allora sarà amore per la vita.
A presto
Isabella Pojavis
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