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Mente o cuore?

Un cuore nella mente e una mente nel cuore! (Parliamo di scrivere canzoni, ma non solo)


Avete mai scritto una canzone?

Io sì.

Ovviamente parlo del testo e non della musica.

Non posso giudicarne il contenuto, anche se ne sono particolarmente fiera, ma vorrei condividere con voi l'esperienza data dall’atto di amalgamare il suono alle parole.

La cosa buffa e interessante è che le tre canzoni sono nate in modi diversi.


"L’uragano" è nata come testo. C’era solo la parola “Uragano” e un’unica emozione in mente: la morte! Collegata alla recente perdita di mia zia Ina, una persona meravigliosa che tutti dovrebbero aver avuto in famiglia. Lei mi ha insegnato, insieme a sua sorella, l'amore per i viaggi, ma sopratutto il rispetto e la curiosità verso culture differenti.

Ho scritto il testo di un fiato, nessuna modifica, nessun cambiamento.

Andrius, mio marito, ha lavorato alla musica (bellissima) e questo è stato il risultato:


La seconda canzone, "Nuovo mondo", è stata frutto di un lavoro più lungo.

La melodia c’era già e Andrius aveva una parte dell’inizio con un “Sogno”. Ho dovuto ascoltarla più volte e pensare a che cosa stessi sognando che volessi raccontare in una canzone.

Ricordo perfettamente che eravamo in auto, in uno dei nostri spostamenti per non so dove, né da dove, ma guardando la strada scorrere ho preso il telefono e ho iniziato a buttare giù le parole “Sogno un nuovo mondo da vagabondo”. Il resto è venuto poco a poco, in un “mondo non così rotondo” e “dove la gente sia più cosciente” e così via. Questa canzone contiene un messaggio più lavorato, pensato, scelto.

Qualcosa che volevo esprimere e che non era solo un’emozione, come era successo per "L’uragano".

Ecco il risultato:

L’ultima canzone è una storia d’amore, si intitola "Istante".

Quando ho incontrato mio marito, ho capito dal primo momento che era la persona giusta per me. L’ho capito da come era vestito, da come sorrideva, dalla dolcezza dei suoi occhi. Che si creda o no nell’amore a prima vista, per me lo è stato. Le nostre prime parole sono state: "Che musica stai ascoltando?" visto che io avevo un mp3 nell'orecchio. Era Elisa con "Sleeping in your hand", ma non ci distraiamo.

“Istante” è nata in quel momento, nell’istante in cui ci siamo “riconosciuti”, perché “le anime si incontrano, danzando nella pioggia”…

In questo caso, ho scritto la canzone in modo molto emozionale, ma la melodia era già presente, e devo dire che, quando si ha la musica di sottofondo, il lavoro è un po’ più semplice perché si è costretti a rientrare in una certa lunghezza, in un certo ritmo.

È un po' come quello che facciamo quando non sappiamo le parole di una canzone e le inventiamo?

Io, per lo meno, lo faccio sempre, soprattutto in inglese, quando non capisco tutto il testo e invento storie, e rime, e suoni.

A voi non capita?

Sarà che vivo in un mondo parallelo…

“Istante” non ha ancora un video (se qualcuno vuole crearne uno è il benvenuto), quindi la condivido con il suo link Spotify.

Che ne pensate? Quale vi piace di più? La spinta emozionale, quella razionale o un misto delle due?

Difficile scelta ve lo dico. Se tutto fosse mente o tutto fosse emozione…ma è il compromesso è davvero la soluzione?


A volte troppa testa stanca, ma senza non si trova più il filo; al contrario senza luce non si brilla...

Un abbraccio e buon ascolto!


A presto

Isa




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