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Scrivere, per me, è una responsabilità.

E si chiama elevazione morale.


È un po’ di tempo che non riesco a trovare un libro che mi soddisfi al cento per cento. Rileggo le recensioni che ho scritto su Goodreads in questi mesi, e noto che la maggior parte non arriva alle quattro stelline.

È da tempo che mi dico di essere troppo pretenziosa, di richiedere a un libro qualcosa che forse non gli compete e poi, stasera, leggendo “The emoziona craft of fiction” mi sono resa conto di quanto questo non sia vero. Non chiedo troppo come lettrice, né di mi preoccupo troppo come scrittrice nel creare i miei personaggi, perché i romanzi sono in grado di creare “un’elevazione morale”: leggere di personaggi buoni ci porta a migliorare noi stessi; facciamo scelte migliori quando dei protagonisti ci ispirano a farlo. Senza entrare nel merito di autori e studi scientifici, di cui qui non ci interessa, volevo solo riflettere insieme a coi su questa frase che da sola ha sciolto giorni di pensieri.

Come sapete, sto lavorando alla “Danza dei pingui” ma c’era qualcosa nel finale che non mi faceva dormire la notte. Stasera so come chiamare questa mancanza: elevazione morale. Manca ancora quella sensazione di voler essere nei panni del protagonista, di volere che anche lui giunga a una migliore condizione di se stesso.

È strano come poche parole facciano per me tanta differenza, però è come se adesso sapessi come descrivere cosa cerco quando leggo, ma soprattutto il perché scrivo. Quello che vorrei infatti è provocare questa elevazione morale, una voglia di miglioramento nel lettore ed è lo stesso che ricerco quando leggo.

Non voglio leggere, né scrivere, di personaggi meschini, sciocchi o codardi; ho bisogno di persone che rischiano, che cambiano e che accettano il cambiamento come momento di riflessione e di vita.

Per voi non è così? Che cosa cercate in un libro? Ne avete qualcuno da consigliarmi in questa idea?

La danza dei pinguini non ha ancora la sua elevazione morale, la sto cercando ma è disperatamente difficile perché questo libro racconta una storia in qualche modo ordinaria ma in qualche modo assurda, come quella che abbiamo vissuto, e stiamo vivendo, con il Covid - 19.

Forse, vivendo nella situazione è difficile elevarla dal di fuori… non lo so, so solo che stasera volevo condividere con voi queste due parole “elevazione morale”: cerchiamole, creiamole, pretendiamole.

Miglioriamo questo mondo, piantiamo gigli ogni giorno con le nostre frasi, i nostri gesti e i nostri pensieri, ne abbiamo incredibilmente bisogno.


Buonanotte


Isabella Pojavis


Ps. Per gli studi cercate Jonathan Haidt.

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