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È giovedì e per tutta la settimana non ho scritto una parola.

Cambiamenti, riorganizzazione, confusione e magia.


Siamo finalmente nel nuovo appartamento: uno spazio luminoso e ampio dove ci si sente bene già solo seduti su un divano. Le pareti sono color crema e le finestre molto alte, in modo da permettere alla luce di entrare fino a notte fonda (qui a mezzanotte è ancora giorno).

Era proprio quello di cui avevamo bisogno, dopo giorni di ricerca. Riorganizzare una casa però richiede sempre tempo, soldi ed energia, quindi questa settimana è stata dedicata alle tappe Ikea, Leroy Merlin e tutti quei negozi senza i quali non so come si facesse a vivere senza.

Adesso, le bambine hanno la loro scrivania e noi il bollitore del te, insomma non manca niente. Stamattina poi siamo andati in libreria e abbiamo fatto scorta di libri per questi giorni, io ho preso il Grande Gastby…ancora non l’ho letto e non ho nemmeno visto il film, insomma un disastro che dovevo riparare il prima possibile; le mie figlie invece hanno scelto un libro di un bambino detective, di un autore americano di cui non ricordo il nome, e poi abbiamo deciso di prendere un libro sulla vita di Gandhi, da leggere insieme prima di andare a dormire.

Durante tutti questi movimenti però, non sono riuscita a lavorare molto con la scrittura: non ho riletto “La danza dei pinguini”, né ho iniziato a scrivere qualcos’altro, quindi da stasera bisogna rimettersi in marcia, altrimenti non farò in tempo a inviare il libro al concorso di Amazon.

Se tutto resta confermato infatti dovremmo partire per il cammino il 20 Giugno. Due giorni fa abbiamo fatto il primo training di camminata, tra l’altro in salita, di sette kilometri con le bambine, e devo dire che è andata bene. Una tappa dovrebbe essere di un minimo di 15 km a un massimo di 25, quindi settimana prossima faremo una prova più lunga e poi inizieremo a camminare per un paio di giorni consecutivi per vedere come va. Non vediamo l’ora che inizi.


Ultima novità di questa settimana, anche se non ho avuto tempo per scrivere, ho letto molto e ho iniziato un nuovo corso di scrittura espressiva. Per chi non la conoscesse, la scrittura espressiva è una forma di utilizzare lo scrivere per leggere sè stessi: attraverso esercizi e prove guidate, ci si trova di fronte al nostro modo di raccontare il mondo, in un modo diverso da quello a cui siamo abituati.

Mi sono appassionata al tema ormai da qualche anno, e mi piacerebbe organizzare incontri di scrittura espressiva perché li trovo stimolanti e arricchenti. A Valencia ho fatto l’esperienza di organizzarne un paio e devo dire che il riscontro è stato molto interessante. Ieri sera, quindi, ho iniziato su di me un nuovo percorso, che ho trovato in questo corso che sto seguendo, e per quattro giorni dovrò scrivere, per almeno venti minuti, su alcune tematiche.

La cosa che mi ha colpito è che non sia riuscita a scrivere a computer, come faccio ormai da anni, ma che abbia dovuto prendere in mano penna e foglio, come se in un altro modo non riuscissi a esprimermi liberamente. Buffo, visto che il computer ormai è parte di me. Tra l’altro anche secondo uno studio non c’è nessuna differenza nella libertà di espressione tra l’utilizzo di carta e penna e di un computer….comunque.

L’idea mi piace molto e vi racconterò la settimana prossima che cosa ne è uscito fuori. L’unico problema dell’iniziare questi percorsi è che non c’è una fine: le domande aumentano, insieme ai dubbi e alle curiosità, e si potrebbe andare avanti all’infinito, ma come diceva il mio simpatico amico Socrate:

“Una vita senza ricerca non vale la pena di essere vissuta”.


E voi? Siete alla ricerca?


Vi mando un grandissimo abbraccio.

Isabella Pojavis



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