Adesso so perché canta l'uccello in gabbia!
- Isabella Pojavis
- 25 nov 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Ma non sono sicura di volertelo raccontare.
È da qualche ora terminato il club di lettura, organizzato dall'associazione Valencia Lee, sul libro:
"Io so perché canta l'uccello in gabbia" di M. Angelou.
L'incontro si è tenuto attraverso Let's talk, un'applicazione di videochiamate tipo zoom, ma gratuita.
È stato un club particolare perché eravamo solo due partecipanti, anche se, per lo meno, entrambe avevamo letto il libro.
Insomma, pochi ma buoni.
Maya Angelou ci racconta nel suo libro, in forma autobiografica:
- la sua infanzia, nel particolare e
- la situazione dei neri in un'America razzista del secolo passato, nel generale.
Ci racconta dei suoi genitori, della loro scelta di lasciare lei e il fratello a vivere un periodo con la nonna durante il loro divorzio, ci racconta di un padre che ama cose futili e di una madre che sceglie il compagno sbagliato. Ci racconta di come impara a guidare spinta dalla disperazione e di come sia costretta diverse volte a crescere pur essendo ancora bambina.
"Io so perché canta l'uccello in gabbia" è un libro che, leggendo altre recensioni, sembra infatti aver fatto la storia, raccontando realtà sincere e senza veli di una situazione di discriminazione assurda.
Secondo Barack Obama quella di Angelou è:
"Una delle luci più splendenti dei nostri tempi, una donna... fenomenale … la voce che ha aiutato generazioni di americani... a essere migliori."
Eppure qualcosa a me è mancato.
Mi è mancata una ribellione verso un sistema che metteva da parte diritti che non si dovrebbero nemmeno discutere, una ribellione all'abuso fisico, all'incostanza, all'impossibilità, alla stanchezza.
L'Angelou racconta tutto in modo dettagliato, non ci lascia immaginare nulla. Ma, in qualche modo, il suo modo di scrivere appare troppo sereno e obiettivo, facendoci solo sospirare e, in qualche occasione percepire, il suo punto di vista e la sua posizione, ma senza chiarirla apertamente.
Forse vittima di un cristianesimo pressante, sembra quasi che tutto accada e lo si debba prendere per dato per volontà divina, senza metterlo in discussione.
O per lo meno, questo è quello che è arrivato a me e alla mia collega del Club.
Il libro poi, che ci accompagna attraverso la vita dell'autrice, con una prosa diretta e tante realtà, ci abbandona nel mezzo della storia, soli, davanti alle scelte di una vita, senza sapere come queste siano andate avanti, gli effetti creati, i retroscena nascosti, il futuro.
Pensate che io, arrivata all'ultima pagina, credevo di aver comprato un ebook parziale e che mi mancasse una parte da leggere.
M invece no, era finito!
Così, spezzato, come una vita che scompare all'improvviso, senza spiegazioni o addii.
Ma veniamo al centro di questo post.
Il libro in sé, come avrai capito, non te lo raccomando particolarmente. Se sei interessato a tematiche sul razzismo, senza dubbio è da leggere, ma dal punto di vista della narrativa non lo trovo indispensabile.
La domanda che resta però è: perché canta l'uccello in gabbia?
Lo fa per gioia, per tristezza, allegrie, paura o cos'altro?
Ho deciso quindi di darti la mia interpretazione dei fatti, partendo da una parte della storia di cui non ti ho ancora parlato.
La nonna di Maya, tutte le mattine, prega.
Questa è la sua preghiera:
"Our Father, thank you for letting me see this New Day. Thank you that you didn't allow the bed I lay on last night to be my cooling board, nor my blanket my winding sheet. Guide my feet this day along the straight and narrow, and help me to put a bridle on my tongue. Bless this house, and everybody in it. Thank you, in the name of your Son, Jesus Christ, Amen."
Per riassumertela in una parola: grazie!
Adesso per me, in questo grazie c'e molto di un'accettazione passiva di quello che accade intorno a questa famiglia, ma c'e anche un apprezzamento di quello che hanno e soprattutto di quello che sono.
Ed è in questo secondo aspetto che ho deciso quindi di interpretare il libro intero e quello che voglio portare con me:
"Grazie per quello che sono, per quello che ho, per quello che posso dare."
Questo è il motivo per cui canta l'uccello in gabbia: sta ringraziando la vita!
Oppure no?
Che tu abbia letto il libro o no, mi piacerebbe avere la tua opinione.
Perché canta l'uccello in gabbia?
A presto
Isabella.
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