Vi racconto di un libro: Mille splendidi soli di Khaled Hosseini
- Isabella Pojavis
- 24 apr 2021
- Tempo di lettura: 2 min
E, in un periodo in cui in Lituania ancora nevica, sarebbero davvero opportuni.
Miei cari #gigli,
inizio subito col dire che se un amico/a vi consiglia un libro dovete assolutamente leggero.
E dovete farlo per due motivi:
il primo è che magari si tratta di un libro meraviglio, qualcosa che fino a quel momento vi eravate persi e senza il quale la vostra vita sarebbe molto peggiore;
il secondo è che se non altro avrete imparato a conoscere meglio la persona che ve lo aveva suggerito.
Non voglio svelarvi la mia conclusione a riguardo, ma questo libro mi è stato suggerito da una cara amica e quindi, appena me l'ha nominato e con grande entusiasmo, ho aperto la prima pagina e mi ci sono...imbarcata, o forse in questo caso dovrei dire: ho iniziato la missione.
Mille splendidi soli è una storia di due donne, legate da un destino crudele, durante le diverse vicissitudini che si susseguono a Kabul, e dintorni, negli anni che vanno dal 1960 fino al 2000 (più o meno). Le due donne creano tra loro un forte legame, dovuto anche all'assurda situazione in cui sono costrette a vivere, e cercano di farsi spalla per quello che è possibile.
La storia si legge in modo abbastanza veloce, anche se ci sono alcune parti più lente e delle descrizioni che non sono del tutto necessarie, almeno secondo me.
Il finale però mi ha convinto meno del resto, ma non voglio svelarvelo per non rovinare la lettura.
C'è molta violenza, sia fisica che psicologica. E questo mi ha portato a domandarmi se per riportare una storia di guerra, questa sia l'unica maniera: intendo quella di far vedere quasi al dettaglio i gesti insensati legati a questa aberrazione del comportamento umano. Mi sono domandata se il compito di uno scrittore sia quello di descrivere o di lasciar intuire, quello di raccontare o di far sentire.
Immagino che ci siano entrambe le forme: l'arte è soggettiva e l'autore sceglie il suo modo di rappresentarla. Una cosa è certa, ho imparato cose che sono sapevo sulla storia Afgana, e ho immaginato scene di assurdità che non dimenticherò in fretta.
A parte questo, la storia mi ha abbandonato appena terminata l'ultima pagina, le protagoniste e la loro relazione non mi hanno particolarmente avvicinato, ma magari non era ancora il mio tempo per questo libro, o forse non era il suo tempo per me.
In quanto alla mia amica, ho capito che le piacciono libri lunghi, descrittivi e a lieto fine, se di lieto fine si può parlare davvero. Cosa questo significhi non lo so, forse nulla, o forse sarà lei a deciderlo.
Io posso solo dire che se ti piacciono i miei romanzi, questo forse non ti piacerà.
E tu?
L'avevi letto?
Ti era piaciuto?
Aspetto i tuoi commenti.
Io intanto, aspetto i soli, che siano di Kabul o di Vilnius poco importa, basta che splendano.
A presto
Isabella
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