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Che Font uso per il mio libro? E per le email?

Essere belli ma non essere visti.


Ho raggiunto un'età in cui la chiarezza vince su tutto. La vista negli anni si è leggermente ridotta e preferisco che sia ben leggibile quello che leggo, e quindi quello che scrivo.

Voi no?

Niente ghirigori e decorazioni, una scrittura chiara e della giusta dimensione.

Ma quale?


Avevo fatto varie ricerche, qualche anno fa, quando in procinto di stampare il mio primo racconto, e in diversi blog avevo trovato il font Garamond, di cui, all'epoca, non avevo mai sentito parlare.

Scrivener, il programma di scrittura che utilizzo per i miei romanzi, utilizza il Palatino come font di default, probabilmente perchè lo ritiene il più chiaro. Dobbiamo però pensare che ogni casa editrice sceglie un font e una grandezza, perché anche questo diventa una carattere distintivo dell’editore.

All'interno dei libri, a seconda dei paesi, il tipo di font utilizzato, dovrebbe essere riportato nella prima pagina o nell’ultima (se vi auto-pubblicate dovreste riportare quello che avete scelto, non dimenticatelo).


Io, come ho detto, dopo aver incontrato il Garamond, non l'ho più abbandonati. Mi sono abituata così tanto a vederlo, che se trovo una scritta, con un altro tipo di font, ho la sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato. Però ce ne sono moltissimi altri.

A differenza di quello che si potrebbe pensare, il famoso Times New Roman, nato per scrivere articoli sul Times (per renderli più leggibili e chiari), non è tra i font consigliati e utilizzati per la stampa di romanzi.

Invece, oltre al Garamond, che ha diverse versioni, di cui io uso la classica ma molti editori utilizzano quella Simoncin, ci sono Bembo, Palatino, Arial, Gandhi Serif.

Per scegliere tra questi e i molti altri disponibili, l'unica soluzione è quella di provarli su un testo più o meno lungo e magari stamparlo. Considerate che alcuni font sono di default nei programmi di scrittura più comuni (Word, Page, Scrivener) però altri sono da scaricare o comprare, a seconda. Quindi scegliete bene quello che vi piace di più, potete guardare i libri che avete e decidere a quale vi si addice di più, e poi informatevi se quel font sia disponibile sul vostro programma di scrittura o meno.


In fine, dobbiamo ricordare che non solo il font lavora sulla leggibilità del nostro testo, ma anche la dimensione dello stesso. Quanto dovrebbe essere grande quello che scriviamo?

Ci sono due parti importanti da tenere in considerazione: la leggibilità, e il formato/lunghezza del libro.

La dimensione standard dell’editoria è di 12 pt, segnatevelo!

Se il testo però è molto lungo, e ha moltissime pagine, (più di 300?) dobbiamo ridurre la lunghezza e quindi sceglieremo un font di 10 pt (meno di questo praticamente non si legge niente, almeno alla mia età).

Se invece il testo è molto breve, potremmo spingerci fino a un 14 pt per migliorarne l’impaginazione (di più è eccessivo). I libri per bambini sono un tema a parte di cui riparleremo in un’altra sezione.

Non dimenticate! Ogni font ha una dimensione leggermente diversa, quindi un 12pt di Garamond non si distribuirà sul vostro foglio di lavoro come un 12 pt di Times New Roman, per esempio.


Per le email, anche in questo caso le dimensioni di 12 pt sono quelle standard, anche se arrivare a 14 può aiutare, visto che queste verranno lette su vari dispositivi, spesso telefonini con schermi molto piccoli.

In questo caso i font più comuni sono l'Helvetica, il Times e l'Arial, però non dimenticate che, anche in questo caso, la scelta del font definisce il vostro stile, quindi perché non personalizzarlo?

Garamond è disponibile anche per i programmi di posta elettronica.

Che ne dite?

La chiarezza è importante ma non solo nel contenuto.


Per oggi è tutto.

Se vi va, fate un po’ di prove e quando avrete trovato il font che fa per voi, fatemi sapere quale avete scelto.

A presto

Isabella Pojavis



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