Ci stiamo dimenticando di ascoltare o di pensare?
- Isabella Pojavis
- 16 apr 2021
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 18 apr 2021
Persa, tra le idee seminate nel corso Storytelling della scuola Holden
Caro #giglio,
quando ormai sei anni fa ho iniziato a scrivere i miei primi racconti ho cercato vari corsi di scrittura, on line e presenziali, per poter apprendere la difficile arte della narrazione. Tra le varie scuole che offrivano corsi, subito si era presentata la scuola Holden che offriva una grande varietà di argomenti e che mi sembrava avere un ottimo riscontro dai commenti dei partecipanti.
Per gli over 30, vecchietti come me, la scuola prevede, tra gli altri, un corso di circa un anno e poi vari moduli separati della durata ognuno di tre mesi.
Per quasi quattro anni, ho sognato di potermi iscrivere a uno di questi corsi, ma questi risultavano sempre troppo costosi rispetto al genere di vita e di economia in cui mi ritrovavo. Finalmente, quest'anno, ho avuto la possibilità di iscrivermi a uno dei moduli di Storytelling e di riempire quello che percepivo da tempo come una vuoto nel mio percorso nelle parole.
Ho iniziato con grande entusiasmo, e invece già alla seconda lezione ho avuto i primi dubbi sulla scelta che avevo fatto. Le email inviate all'insegnante non ricevevano risposta, il sito di comunicazione con gli altri partecipanti era, per lo meno, difficile, e le lezioni frontali, seppur interessanti, non lasciavano spazio a commenti o ad approfondimenti personali: un po' per mancanza di tempo, un po' per scelta organizzativa. Per questo , delusa dalla forse troppo alte aspettative risposte, ho chiesto un rimborso parziale del corso che però non mi è stato concesso, e ho quindi seguito l'intero programma che è terminato stasera, tre mesi dall'inizio, e vorrei tirare le somme insieme a voi.
Senza dubbio, il mio punto di vista non è generico perché ho già seguito altri corsi di scrittura, ho fatto esperienze di pubblicazione, e letto decine di libri sull'argomento, tuttavia mi sono accorta che quello che mi è mancato più di tutto non è stato l'aspetto informativo ma quello umano, di condivisione, di supporto e attenzione. Ci siamo talmente abituati ad ascoltare corsi, a ricevere informazioni, da esserci dimenticati dell'importanza del singolo, dell'individuo. Seguiamo e diamo corsi per riempire di informazioni e concetti senza dare o riceve la possibilità di ascoltare chi abbiamo di fronte. Eppure, non tutti apprendiamo con gli stessi tempi, o dagli stessi stimoli o per le stesse problematiche e ormai lo sappiamo bene, ma ancora ce ne dimentichiamo.
Durante il corso, una sera, l'insegnante ha avuto un problema con la telecamera e si è disconnesso per qualche minuto. In quel momento, è iniziata una conversazione tra i partecipanti, cosa che prima non era mai avvenuta perché eravamo tutti in silenzio, microfoni spenti, ad ascoltare le preziose informazioni fornite. Ecco, quel momento è diventato, inaspettatamente e non solo per me, uno dei più belli del corso, uno di quegli attimi in cui si torna umani, con i dubbi, le domande e il bisogno di attenzione e affetto.
Dove ci siamo persi?
Quando l'aspetto economico ci ha fatto dimenticare di essere prima di tutto persone?
I soldi non sono mai sufficienti anche quando ci sono e il tempo sempre troppo poco anche quando ce n'è con il risultato che siamo tutti sfiniti e senza forze ed energie.
Nessuno sembra essere più in grado di dare e nessuno sembra essere in grado di ricevere.
Ma non tutto è stato vano, l'insegnante ha anche condiviso con noi diverse immagini e pensieri, momenti di riflessione interessantissimi che mancano nella vita di tutti i giorni.
E quindi?
Se parliamo del corso e dovessi tirare le somme su questo, non so se vi consiglierei di farlo in tutta onestà. Magari sì per qualcuno che ha soldi e voglia di imparare, magari no per chi investe con ristrettezza per una finalità più pratica come quella di scrivere un racconto o un romanzo, o quello che sia. Sapete però che è tutto soggettivo, e magari a voi questo corso piacerà moltissimo, quindi prendetemi con le pinze.
Se parliamo invece di una riflessione che va oltre il corso in sé, quello che mi porto da tutto questo è una necessità di ascolto e di pensieri che si sta perdendo. Siamo così tanti in questo mondo eppure non smettiamo di sentirci soli, isolati nei nostri progetti, nelle nostre idee.
La lontananza fisica, i tempi serrati e quella ricerca esasperata e rigida verso una tranquillità economica ci stanno rendendo aridi e lontani. Non si trova più il tempo per pensare, per stare insieme senza la necessità di fare, produrre o consumare.
Ecco, questo mi manca. Una serata spensierata con degli amici a discutere su delle notizie, su dei libri letti o sulle emozioni provate davanti a un quadro.
E proprio per questo, mi piacerebbe creare uno spazio in cui tutti possano avere la loro parte, il loro tempo. Una serata in compagnia di riflessioni e di condivisione.
Che ve ne pare?
Vi unite al progetto?
Presto nuovi aggiornamenti.
Per il momento, sogni d'oro.
Isabella
P.s. se ti va di supportare il mio progetto di scrittura, puoi sempre regalarmi un fiore.
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