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Non so se sapete che cos’è ma è importante scoprirlo.

La “mere exposure”.


Pensieri notturni.

Quando studiavo il comportamento animale c'era un processo che mi affascinava moltissimo: la mere exposure.

Spiegato in modo veloce significa che più vediamo o ascoltiamo qualcosa, più questa ci piace e non è necessario che sia qualcosa che preferiamo, può anche esserci indifferente o negativa inizialmente.

In pratica, preferiamo le cose che ci sono familiari a quelle che non conosciamo. Attenzione a questo effetto che, se ci pensate bene, spiega moltissime reazioni non solo verso quello che preferiamo, ma anche e soprattutto verso quello che non ci piace, che non ci convince e che all’inizio può fare anche paura.


Avete presente quando ascoltate una nuova canzone e magari non vi piace o magari le prestate poca attenzione o il testo non vi dice molto o vi è indifferente? Poi a distanza di qualche giorno, la riascoltate, magari in un altro posto, per radio, e vi sembra più orecchiabile?

Il nostro cervello la riconosce e questo la rende alle nostre orecchie più accettabile e sempre di più, maggiore è stato il numero di esposizioni. E guardate che funziona con suoni, immagini gusti e allo stesso modo nelle relazioni sociali: più volte vediamo una persona, più la preferiremo rispetto a uno sconosciuto.


Ah la mente, che cosa meravigliosa!


Volete fare una prova? Ascoltate una canzone nuova (se non la conoscete provate con questa di cui ho scritto io il testo e mio marito la musica). Ascoltatela almeno quattro volte di seguito, ma dopo al prima scrivete su un foglio le vostre impressioni. Poi dimenticatevene, ma mettete un allarme per la settimana seguente. Quando la riascolterete vi farà un altro effetto. Ci proviamo? Poi mi raccontate come è andata.

Comunque funziona, altrimenti qualsiasi brand non spenderebbe tutti quei soldi per stampare un logo ovunque e fare merchandising. Immagine che conosco, immagine che preferisco.

Vi viene in mente qualcosa?



Lo condivido perché credo sia importante comprendere come la libertà di scelta sia meno libera di quello che crediamo, soprattutto se non facciamo caso al nostro modo di porci nel mondo e se non scopriamo come la mente e il corpo funzionino. Certo questo processo aveva un significato, forse anche maggiore, quando dovevamo scegliere, ai tempi delle caverne, quale frutta mangiare, ma motivare l'origine non toglie valore alla sua presenza.

Sogni d’oro #gigli.

A presto

Isabella Pojavis



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