Riciclare i libri, intercambiabili, oppure no?
- Isabella Pojavis
- 16 mag 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Breve storia di un libro.
In Spagna sono presidentessa di un’associazione (ValenciaLee), senza animo di lucro, che si propone l’obiettivo di fomentare l’intercambio di libri e il loro riciclaggio, per promuovere la lettura e superare le barriere socio-economiche e linguistiche. Tra gli obiettivi dell’associazione c’è anche quello di creare una comunità in grado di condividere i propri beni.
In un anno e mezzo di attività abbiamo ricevuto in donazione più di duemila tra romanzi, racconti e libri per bambini. Ho visitato (io e altri volontari andiamo a ritirare i libri a domicilio), almeno una ventina di appartamenti e relative librerie: montagne enormi di volumi immobili lasciati a ingiallire in attesa…Va bene, sarò un po’ brusca, ma la verità è che in attesa della morte.
Non fraintendetemi, parlo di quella del libro, non di quella del proprietario!!!!!
Un libro trasporta una storia, un’immagine, un'informazione, un messaggio.
Alcuni libri sono destinati a essere riletti, studiati, mostrati, coccolati. Alcuni; gli altri muoiono lentamente tra gli scaffali, spegnendo la loro necessità di racontare.
Credo che ci sia un misto di nostalgia, attaccamento e idealizzazione sul collezionare libri. Siamo tutti portati a credere che un buon lettore abbia una libreria piena, ma è la verità?
La mia domanda è: quanti libri abbiamo riletto?
Quanti hanno dato un valore ai nostri ricordi e alle nostre menti?
La maggioranza o la minoranza?
E poi mi sorge un altro dubbio: possono tutti permettersi di comprare tre o quattro libri al mese, nuovi magari in ultima edizione?
Infine, che ruolo ha il destino?
L’associazione ValenciaLee si occupa di installare piccole librerie di legno fuori a negozi e bar (prima del virus, adesso siamo in stand-by e capiremo come riprendere) in cui le persone possono donare libri che non rileggeranno e altri possono prenderli, senza nessun obbligo di restituzione. Tutto avviene gratuitamente e devo dirvi che con più di quaranta punti di intercambio, la maggioranza funziona perfettamente da sola, con la comunità di ogni quartiere occupata nel mantenerli attivo l'intercambio.
Sarà che ho cambiato casa talmente tante volte che la mia selezione di libri si è ridotta drasticamente nel tempo, ma in quest’anno di lavoro per l’associazione la mia relazione con i libri è cambiata molto.
Sapete che per la maggioranza non rileggo i libri che ho già letto, quindi quando l’associazione si è costituita ho donato gran parte della mia libreria al progetto. Ne sento la mancanza? No, perché per me i libri memorabili non sono la maggioranza. Ho, in cambio, iniziato a ricevere donazioni di libri e a girare tra i vari punti di intercambio scoprendo autori di cui mi sono innamorata, come Albert Camus e Zoe Valdes.
Se vi state chiedendo se ho smesso di compare libri, solo perché ne trovavo alcuni gratuitamente e scoprivo nuovi generi, la risposta è no! La libreria virtuale o fisica resta uno dei miei luoghi preferiti e ci passo sempre per acquisti mirati o 'emozionali'.
La prima donazione di libri che ho ricevuto per l’associazione conteneva ‘Lo straniero’ di Camus. Era usato, profumava di vita. Non conoscevo questo autore, lo confesso, non ho letto moltissimi classici e non ho studiato letteratura. 'Lo straniero’ è un libro che mi ha attraversato, sconvolto, incuriosito. Ne ricordo ancora le imagini crude, senza emozioni. Bellissimo. Ho preso un sacco di spunti dalla sua lettura.
Il punto è che magari a volte programmiamo troppo le nostre vite, cercando di ridurre il valore del caso. 'Lo straniero' mi è caduto tra le mani, mi ha trasformato, come solo un libro può fare, e adesso è tra le mani di qualcun altro, per trasformarlo.
Lo stesso effetto hanno i negozi di seconda mano, che purtroppo quando ero ragazzina non erano molto 'alla moda', ma che ho avuto modo di riscoprire ad apprezzare nel tempo, così come le biblioteche di quartiere.
I libri sono scritti per essere letti, e anche se comprendo l’interesse di scrittore, editore e libreria nel volerli vendere, credo che l’intercambio non sia una concorrenza alla vendita, ma una forma di riutilizzo in un’epoca in cui il consumo eccessivo a volte spaventa.
Voi avete mai intercambiato libri con amici e parenti, lasciato libri sulle panchine o portato romanzi a librerie di seconda mano?
Nel caso non lo avesse mai fatto vi faccio un invito: se avete un mio libro, regalatelo, lasciatelo sulla panchina di un parco (non quando piove però), portateli nell’androne del vostro palazzo o se preferite in una libreria di seconda mano. Date una nuova vita ai miei libri e a quelli degli altri autori, fateli respirare attraverso le pagine che girano.
Ciò che possediamo non definisce chi siamo, mentre il mondo ha un grande bisogno di condivisione.
Allora vi propongo un gioco: scegliete un libro o più di uno e salvatelo dai vostri scaffali scegliete che cosa farne e a chi darlo e fatemi sapere che cosa è successo.
Vi ho convito?
P.S
Se foste interessati a qualcosa di ancora più interattivo, cercate attività di intercambio vicine a voi; oppure visitate la pagina di Little Free Library, un'altra associazione che vi darà la possibilità di mettere una piccola libreria di intercambio anche nel vostro condominio. Guardate qui. (Dopo l'emergenza, ovviamente. Adesso meglio non scambiare troppo).
A presto e buon intercambio.
Isabella Pojavis
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