Il testo delle canzoni che devi aver letto almeno una volta nella tua vita!
- Isabella Pojavis
- 1 mag 2020
- Tempo di lettura: 7 min
Vabbè non esageriamo!
Poesia, racconti, romanzi ma, diciamoci la verità, quando le parole incontrano la musica e quando la musica si connette al loro suono, al ritmo e senso, è tutta un’altra storia.
Io sono di quelle persone che quando ascolto una canzone (solo se è in italiano lo confesso) per prima cosa mi concentro sulle parole. Che cosa vogliono dire? Che cosa ci sta raccontando? Come mi sento nell’ascoltarla? Dove viaggia la mia immaginazione?
Poi e solo poi, ne valuto il ritmo, la melodia e il resto. Però devo anche confessarvi che ma se le parole mi sono piaciute la melodia non potrà far alto che migliorarle e trasformarle in indimenticabili.
Quindi, oggi ho deciso di condividere con voi alcune delle canzoni che, ancora adesso quando le ascolto, sono in grado di commuovermi. Lo so, ce ne sono moltissime, ma io vi racconto delle prime che mi vengono in mente quando penso a una bella canzone del mio ‘pop italiano’. Se vi va, consigliatemi le vostre, non vedo l’ora di ascoltarle!
Partiamo da De gregori
Sempre e per sempre
Pioggia e sole cambiano
la faccia alle persone
Fanno il diavolo a quattro nel cuore e passano
e tornano
e non la smettono mai
Sempre e per sempre tu
ricordati dovunque sei,
se mi cercherai
Sempre e per sempre
dalla stessa parte mi troverai
Ho visto gente andare, perdersi e tornare
e perdersi ancora
e tendere la mano a mani vuote
E con le stesse scarpe camminare
per diverse strade
o con diverse scarpe
su una strada sola
Tu non credere
se qualcuno ti dirà
che non sono più lo stesso ormai
Pioggia e sole abbaiano e mordono
ma lasciano,
lasciano il tempo che trovano
E il vero amore può
nascondersi,
confondersi
ma non può perdersi mai
Sempre e per sempre
dalla stessa parte mi troverai
Sempre e per sempre
dalla stessa parte mi troverai
Non c’è una sola frase di questa canzone che non senta o abbia vissuto sulla mia pelle. Quanta ‘gente’ ho vesto andare, perdersi e tornare e poi perdersi ancora; oppure camminare con le stesse scarpe su diverse strade. Trovo queste parole piene di immagini reali e intense.
L’amore, in un senso che definirei più ampio di un rapporto di coppia, l’amore verso qualcuno di cui ci fidiamo e che si fida di noi e che ci ritroverà sempre e per sempre.
Non credere, se qualcuno ti dirà che non sono piu lo stesso ormai…
E qui siamo tutti, ognuno sempre e solo sè stesso, camminando sotto un cielo di sole e pioggia.
Come seconda canzone vi propongo una canzone scritta (non so se lo sapevate) da Luciano Ligabue, ma cantata da Elisa che, devo dirlo con i suoi alti e bassi, i suoi momenti trash e i suoi piccoli gioielli, resta una delle mie voci femminili preferite. Questa canzone, da mamma, mi fa sempre venire le lacrime agli occhi.
A modo tuo
Sarà difficile diventar grande
Prima che lo diventi anche tu
Tu che farai tutte quelle domande
Io fingerò di saperne di più
Sarà difficile
Ma sarà come deve essere
Metterò via i giochi
Proverò a crescere
Sarà difficile chiederti scusa
Per un mondo che è quel che è
Io nel mio piccolo tento qualcosa
Ma cambiarlo è difficile
Sarà difficile
Dire tanti auguri a te
A ogni compleanno
Vai un po' più via da me
A modo tuo
Andrai, a modo tuo
Camminerai e cadrai, ti alzerai
Sempre a modo tuo
Sarà difficile vederti da dietro
Sulla strada che imboccherai
Tutti i semafori
Tutti i divieti
E le code che eviterai
Sarà difficile
Mentre piano ti allontanerai
A cercar da sola
Quella che sarai
A modo tuo
Andrai, a modo tuo
Camminerai e cadrai, ti alzerai
Sempre a modo tuo
Sarà difficile
Lasciarti al mondo
E tenere un pezzetto per me
E nel bel mezzo del tuo girotondo
Non poterti proteggere
Sarà difficile
Ma sarà fin troppo semplice
Mentre tu ti giri
E continui a ridere
A modo tuo
Andrai, a modo tuo
Camminerai e cadrai, ti alzerai
Sempre a modo tuo
Non posso ascoltarla né leggerla, non scherzo. Mi ci sento così dentro, in tutte le paure e i dubbi, ma allo stesso tempo con quella voglia di camminare vicino ai propri figli e aiutarli a crescere. Non siamo bambini noi per prima anche se genitori?
Sarà difficile chiederti scusa per un mondo che è quel che è, io nel mio piccolo faccio qualcosa, ma cambiarlo è difficile.
Non aggiungo altro. Bravo Luciano, una canzone meravigliosa.
Passiamo adesso a una cantante e cantautrice meravigliosa, Carmen Consoli.
Mandaci una cartolina
Tra tutti i giorni in cui potevi partire
Perché hai pensato proprio al lunedì?
Gli uccelli cantano, l'estate è alle porte
Tempo di mare e di granite al limone
Chissà quale fine sarcasmo d'autore
Avresti sfoderato senza giri di parole
Viva l'Italia, il calcio, il testosterone
Gli inciuci e le buttane in preda all'ormone
A noi ci piace assai la televisione
Proprio l'oggetto, dico, esposto in salone
Chissà quale amara considerazione
Avresti concepito in virtù del pudore
Mandaci una cartolina e una ridente foto di te
Che prendi il sole sulla spiaggia
Con la solita camicia bianca
Ed il giornale aperto sulla pagina sportiva
Mentre stai sul bagnasciuga
Beato tra le braccia di un tramonto
Tra tutti i giorni in cui potevi morire
Perché hai pensato proprio al lunedì?
Strade caotiche e litigi agli incroci
Quanti cafoni su veicoli osceni
Chissà quale fine sarcasmo d'autore
Avresti sfoderato in questa triste occasione
Mandaci una cartolina e una ridente foto di te
Che prendi il sole sulla spiaggia
Con la solita camicia bianca
Ed il giornale aperto sulla pagina sportiva
Mentre stai sul bagnasciuga canticchiando una canzone romantica
Mandaci una cartolina e una ridente foto di te
Che prendi il sole sulla spiaggia
Con la solita camicia bianca
Mandaci una cartolina e una ridente foto di te
Mentre stai sul bagnasciuga
E cogli con stupore un nuovo giorno
Questa canzone è in grado di trasportarmi tra le strade siciliane e di assaporare una granita al limone sulle sue meravigliose spiagge. Carmen tra le sue parole è in grado di farmi vedere però non solo la Sicilia, ma l’Italia intera, nei suoi modi di vivere e di morire. Mi piace l’affetto delicato espresso per un padre che ha lasciato questo mondo forse troppo presto o solo nel momento giusto e mi piace il vederlo nei suoi gesti quotidiani. Toccante.
Inaspettatamente, entra poi nella lista una canzone cantata da Giusy Ferreri
ma scritta da Linda Perry e tradotta da Tiziano Ferro.
La scala
Ho perduto troppo tempo
tra la mia incoerenza
dietro cui ho trascorso giorni
Tutto intorno per il fondo
giù per questa scala
contro un esistenza vana
Tempo che ho perduto ormai
mentre allineo gli addii
e percorro questa scala
Spesso è notte in ogni posto
mentre sfido ad ogni costo
questa vita che è una scala
E sfoglio i ricordi,
i divertimenti
scrollando a fatica i pesi
che ormai non mi spaventano
Dal passato ho ereditato
la saggezza d'oggi
che vorrei ora mi aiutasse
Crescere non ti rende forte
quanto il sacrificio a volte
e per questo spesso è notte
Tempo che ho perduto ormai
mentre allineo gli addii
e percorro questa scala
E sfoglio i ricordi,
i divertimenti
scrollando a fatica i pesi
che ormai non mi spaventano
la vita è un pò più amara
ad ogni passo dalla scala
Spesso è notte in ogni posto
mentre sfido ad ogni costo
questa vita che è una scala
Tempo che ho perduto ormai
mentre allineo gli addii
e percorro questa scala
E sfoglio i ricordi,
i divertimenti
scrollando a fatica i pesi
E passano inverni
e ricordi eterni
e rimarrai sempre il pazzo
di sempre
di sempre
di sempre
il pazzo di sempre.
E rimarrai sempre il pazzo di sempre!
Questa canzone non l’ho ascoltata moltissime volte come le altre, e devo confessare di averla scoperta solo recentemente, ma in lei ho ritrovato un romanzo che ho scritto un paio di anni fa dal titolo “Le scale” e questo, personalmente, ha creato una connessione forte con le sue parole perchè credo anch’io che questa vita sia una scala da salire.
Come non passare per casa (sono di Napoli) e non portarvi il testo di quel meraviglioso quadro dipinto da Pino Daniele.
Napule È
Napule è mille culure, Napule è mille paure
Napule è a voce de' creature che saglie chianu chianu
E tu sai ca nun si sule
Napule è nu sole amaro Napule è addore e mare
Napule è na carta sporca e nisciuno se ne importa
E ognuno aspetta a 'ciorta
Napule è na' camminata, inte e viche miezo all'ato
Napule è tutto nu' suonno e a sape tutto 'o munno
Ma nun sann' a verità
Napule è mille culure
Napule è nu sole amaro
Napule è na carta sporca
Napule è na' camminata
Napule è mille culure, Napule è mille paure
Napule è mille culure, Napule è mille culure...
Questa canzone per me, nata e cresciuta tra quelle strade e quei colori, ha un suono magico di ricordi e difficoltà. Una città complessa in cui ho scelto di non vivere, ma che porto nel cuore e dove torno spesso per rivedere amici e parenti. La canzone è stata scritta tempo fa, ma descrive ancora adesso la sua immagine.
Ma non sanno la verità!
Infine, perché per oggi mi sembra di avervi dato abbastanza da leggere e ascoltare, voglio condividere con voi una canzone di cui ho scritto io il testo. Non sarà all’altezza degli artisti precedenti, ma è una canzone che ho dedicato a mia zia nel giorno in cui ci ha lasciati. Per me lei è sempre stata un po’ una mamma e il nostro legame, la nostra relazione era molto speciale: di rispetto e di amore, come è possibile costruirla con poche persone.
Per questo vi riporto il testo e il mio ultimo saluto alla persona meravigliosa che era.
Musica e voce di mio marito Andrius Pojavis
L’uragano
Chiusi gli occhi ti vidi sparire
dietro un cielo di stelle
ma senza alcun mare.
Un dolce saluto
che avevi marcato
al suono d'un fiato appena ascoltato.
Nessun movimento che avesse indicato
quel senso profondo del tempo scappato.
La presa di seta ci aveva lasciato
ma non il passato: lui era nostro alleato.
Solo è chi resta non chi viaggia lontano,
solo ma insieme a guardar l'uragano.
Quando aprii gli occhi già eri lontana
volevo inseguirti
ma il mondo era piano.
Decisi per questo aspettarti nel sogno
sapendo che altrove non c'era più ritorno.
La presa di seta ci aveva lasciato
ma non il passato, lui era nostro alleato.
Solo è chi resta non chi viaggia lontano,
solo ma insieme a guardar l'uragano
e dopo la pioggia il mare resta salato
ma calma la riva dove c'ha riportato.
L’uragano.
Chiusi gli occhi e ti vidi.
Solo è chi resta, non chi viaggia lontano.
Chiusi gli occhi e ti vidi.
Per il prossimo sceglierò canzoni più ‘moderne’ ma queste sono pezzetti della mia vita e avevo voglia di farveli leggere.
E voi?
Quali sono i testi di canzoni che vi hanno fatto sognare, ridere o piangere?
Aspetto i vostri commenti.
A presto
Isabella Pojavis
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