Recensione de "Il mondo sommerso" di James Graham Ballard
- Isabella Pojavis
- 14 lug 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Tra fantascienza e realtà.
A volte proprio non mi capisco, compro dei libri senza sapere di che cosa parlino o a che genere appartengano. Capita anche a voi?
È che ci sono dei titoli e delle copertine che mi attraggono e con “Il mondo sommerso” è stato così, il titolo mi ha incuriosito. Messo nella pila dei libri da leggere, un paio di giorni fa è arrivato il suo momento. I libri in italiano che ho portato qui in Lituania con me iniziano a ridursi, ma per scrivere ho bisogno di tenere sveglia la lingua, altrimenti inizio a dimenticarla.
Propio pochi giorni fa, un’amica mi ha raccontato di essersi trasferita in Lituania quando aveva vent’anni e di parlare la lingua locale da madrelingua, peccato però che tornata qualche mese fa in Estonia, dov'è nata, le abbiano commentato che parla l’estone come un’anziana, con un linguaggio vecchio e in disuso.
Proprio così, perché la lingua è viva e si trasforma lentamente, solo che se non ci si trasforma insieme lei, si resta da qualch'ltra parte.
Ma perchè vi sto raccontando questo? Ah sì, perché non voglio perdere l’italiano e cerco di leggere quanto più posso nella mia lingua materna. Quindi, quando ho aperto `'Il mondo sommerso`', impreparata al fatto che si trattasse di un libro di letteratura fantascientifica (e dire che lo riporta la quarta di copertina), e mi sono immersa in un mondo che mi sembrava strano e che non riuscivo a focalizzare. C’era qualcosa di reale in una descrizione meno reale, e non capivo se fossimo in un sogno o se mi fossi solo persa qualcosa. Poi lentamente tutto è diventato chiaro, siamo nel futuro, un futuro che detto tra noi spero di non vivere, dove i livelli dell’acqua si sono sollevati, la maggior parte delle città ne è rimasto sommerso e le temperature esterne partono dai quarantacinque gradi durante il giorno. Sono ormai pesci e coccodrilli a vivere tra i palazzi di Londra e Milano, e il protagonista vaga all’inizio in cerca di una spiegazione scientifica della "devoluzione" che sta avvenendo intorno a loro, ma poi resta intrappolato dal caldo, dall’assurdo, dallo stato di guerriglia e assenza di logica che lo circondano. Iniziano i sogni, in mondi ancora più paralleli, inizia uno stato che descriverei come una depressione cronica, un’assenza, un trascinarsi.
Quello che mi è piaciuto moltissimo di questa storia è la sua capacità di trasportarci in questo stato di torpore, questa capacità di trasformarci in parte dei personaggi. Appena lasciato il libro, ogni sera, avevo bisogno di qualche momento per chiedermi se fossi nella realtà o nella finzione, una specie di shock temporale e psicologico, davvero bello. Dall’altra parte, quello che mi piace meno in generale del genere fantascienza, che conosco poco ma non mi convince del tutto, è quel ricreare in mondi irreali realtà emotive e emozionali, provocandomi la domanda: è necessario un mondo irreale per descrivere la realtà? Senza dubbio la risposta sarà a volte, ma io che sono tendenzialmente realista, faccio fatica a ritrovarmi in mondi tanto assurdi. Ma questo è solo il mio punto di vita, gli amanti del genere ameranno proprio questo aspetto che a me confonde. In tutti i casi, “Il mondo sommerso” è davvero ben scritto e “realistico”, sa trasportare e descrivere e per questo merita senza dubbio di essere letto . Non vi aspettate però un lieto fine, in un mondo che si è ormai distrutto, allagato, surriscaldato, resta poco spazio per la speranza, oppure no?

Vi lascio con l’incipit
“Di lì a poco il caldo sarebbe diventato eccessivo. Affacciato al balcone dell’albergo, pochi minuti dopo le otto, Kerans guardò il sole sollevarsi da dietro i fitti cespugli di gimnosperme giganti che crescevano in un intrico selvaggio sui tetti dei grandi magazzini abbandonati a quattrocento metri di distanza, sulla sponda orientale della laguna.”
E con un altro indizio. La depressione che ho sentito tra queste pagine da spazio a una storia...che dovrò scrivere. Lo dico in tempi non sospetti, sarà il prossimo tema del mio prossimo romanzo? E chi lo sa!
E voi? Lo avete letto? Aspetto i vostri commenti.
Un abbraccio
Isabella
Pojavis
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