Rencensione La lettrice scomparsa di Fabio Stassi.
- Isabella Pojavis
- 24 mag 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Se i libri avessero tutte le risposte…o le hanno?
Più o meno un anno fa, mia zia mi ha regalato questo libro, dicendomi che il leggerlo le avesse fatto pensare a me. Era la prima volta che mi consigliava un libro, nonostante lei sia una lettrice accanita e quindi no avrei dovuto esitare nel leggerlo velocemente, e invece.
Credo che il motivo fosse nascosto nella copertina: il titolo aveva richiamato la mia attenzione, ma devo dire che la donna in copertina, con quell’aria triste, un libro tra le mani, un volto buio, circondata da un tavolino spoglio e da una sedia di legno, mi aveva fatto pensare a qualcosa di vecchio, e non nel senso di antico, ma proprio di superato; e, per questo motivo, anche se non in modo così razionale, lo lasciai nella pila di libri da leggere, non dandogli mai la priorità che avrebbe meritato, visto chi me lo suggeriva.
Poi, quando siamo partiti dalla Spagna, per la paura di non trovare libri in italiano o spagnolo qui in Lituania, avevo deciso che il mio unico bagaglio sarebbe stato fatto di libri.
Negli ultimi giorni a Valencia, lavoravo ancora in una libreria di seconda mano e avevo deciso anche lì di fare scorta (e per fortuna, perche non è facile trovare libri in altre lingue qui, solo attraverso internet, ma sapete che non è lo stesso). Quindi sono partita con tutti i libri che avevo in casa e che avrei dovuto leggere, ma che ancora non avevo letto.
Pochi giorni fa poi, rovistando la valigia alla ricerca di qualcosa da leggere, mi sono ritrovata questo libro tra le mani, e qualcosa mi ha detto che fosse giunto il suo momento.
Devo dirvi che, a parte la copertina che ancora non mi piace, anche se è un’opera di Félix Valloton (lo conoscete? Io no), adoro il tipo di carta e il formato. Mi piace questa scelta editoriale e se potessi stamperei tutti i miei libri in questo modo: una Grifo vergata del Cartiere di Fabriano, una meraviglia al tatto.
Detto questo, La lettrice scomparsa di Fabio Stassi è stato pubblicato da Sellerio Editore nel 2016.
la storia parla di un biblioterapeuta, una persona che fa terapia psicologica attraverso i libri, consigliando a ogni cliente un testo adatto alla sua situazione o stato emotivo. Vari personaggi, quindi, si avvicinano al protagonista, per condividere i loro malesseri e trovare un libro che li possa aiutare.
Molti i libri citati, a volte troppi per chi non li ha letti e non può ritrovarsi nei suggerimenti, ma l’insieme della storia è davvero affascinante. Inoltre, a fare secondo me da contorno ma forse per l’autore da piatto principale, c’è la storia di un omicidio, o meglio della scomparsa di una lettrice, che si da il caso viveva proprio nel palazzo in cui il bibloterapeuta ha appena aperto il suo studio. Un intreccio tra libri, speranza e tristezza. Motivi per ricostruirsi, per sparire e alcuni, pochi, anche per ritrovarsi.
L’autore ci da una sensazione di unicità ma allo stesso tempo di ripetizione, mostrandoci come nessun problema sia davvero nato con noi, ma sia stato condiviso nel tempo da personaggi e persone in vari contesti.
Affascinante.
La scomparsa della donna, poi, si intreccia alle vite delle clienti del terapeuta, rendendo il protagonista parte di altro.
Scritto in modo elegante e leggero. Si legge molto rapidamente e se siete appassionati come me, di libri e psicologia, non potete perdervelo. Il finale mi ha lasciata leggermente demotivata, ma credo che il velo della depressione ripercorra l’intero romanzo e ne sia anche il punto di forza (e forse spigherebbe anche la scelta dell’immagine di copertina).
Un altro finale, forse, non sarebbe stato possibile.
Vi ho incuriosito abbastanza?
Per darvi un’idea vi riporto due brevissimi estratti:
Avevo letto da poco la storia di un uomo che si faceva trascinare dalla corrente di un fiume, sostenendo che la deriva è l’unica direzione possibile.
Leggetelo! Come perdersi un libro con tale disperato romanticismo?
In fine, vi riporto un’ultima parte, ma solo perché si allaccia perfettamente al romanzo che sto scrivendo “La danza dei pinguini, l’amore ai tempi del COVID-19”. Vi ho già detto che si tratta di una tragedia? Sì, una storia d’amore tragica, anche se l’amore non può esserlo davvero, perché il solo fatto di averlo incontrato, aiuta a dare senso al resto, no?
Ma ho avuto modo di notarlo tante volte: gli uomini tendono spesso a rinnamorarsi di una donna che somiglia al primo amore che hanno avuto e che sia quindi più giovane di loro. È un’altra debolezza umana…quella di inseguire l’immagine del primo volto nel quale ci siamo specchiati e abbiamo scoperto il piacere e una luminosa…promessa di felicità.
Aspetto di sapere che cosa ne penserete, dopo che lo avrete letto.
A presto.
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