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Sotto la rete di Iris Murdoch un libro per scrittori o aspiranti tali.

Per Ugo, tutte le cose erano spaventose, deliziose, complicate e misteriose.


Miei cari #gigli,

oggi vi voglio raccontare un libro che ho appena finito. L'ho letto per un club di lettura che organizzo con la mia associazione #valencialee, ma il club è stato rimandato alla settimana prossima e intanto ho pensato di raccontarvelo qui.

"Sotto la rete" si tratta di un romanzo su piu di trecento pagine che forse l'autrice, famosa filosofa e scrittrice, avrebbe potuto ridurre alla metà senza uno sforzo eccessivo, secondo me, ma che nascondono e narrano una storia di vita, di speranza e idealismo, di follia e verità che valgono davvero la pena di essere letti. Per lo meno se siete in un momento della vita in cui cercate domande invece di risposte e significati più che la bellezza delle parole. E soprattutto, un libro da leggere se scrivete e volete dedicare la vostra vita alla scrittura...ecco questo non potete perdervelo.


Il libro della Murdoch mi ha conquistata dalle prime pagine. La storia è quella di uno scrittore che si trova in qualche modo coinvolto da vari personaggi e in varie situazioni, a causa della sua precaria situazione economica come scrittore (è uno squattrinato). Jack Donaghue, il protagonista, scrive storie che non pubblica e guadagna traducendo testi di altri, che diventano molto famosi e più ricchi dei suoi. Ma, quello che lo spaventa o forse che guida il nostro protagonista, non è il raggiungere la fama o il migliorare quello che può essere il suo stile e la sua forma di scrittura, quanto l'importanza dell'integrità di quello che è come persona e quindi come autore. Jack non vuole svendersi, non vuole ricevere donazioni ingiustificate e vuole, a suo modo, fare le cose in modo corretto, anche quando questo significa rubare un cane e non restituirlo.

I personaggi intorno a lui sono figure più o meno brillanti, o nelle quali lui vede un brillio di quello che lui stesso non è, il diverso, l'altro modo di essere e di intendere la vita che lo affascinano. Donaghue si circonda, non si sa bene come mai, di gente ricca, lui che non ha quasi nulla e che chiede in prestito letti ad amici per potersi concentrare sulla scrittura.

Un personaggio idealista che in qualche modo alla fine trova un compromesso con la vita, giusto o sbagliato che sia, realistico o irrealistico.


Vi riporto una parte che mi è particolarmente piaciuta:

"Quello che è urgente non è urgente per sempre, ma solo in maniera effimera. Tutto il lavoro e tutto l'amore, la ricerca della ricchezza e della fama, la ricerca della verità, la vita stessa sono fatti di momenti che passano e si annullano. Tuttavia, attraverso questo tunnel di niente avanziamo con quella miracolosa vitalità che crea le nostre precarie dimore nel passato e nel futuro.

Così viviamo: uno spirito che riflette, chino sulla continua morte del tempo, i significati perduti, i momenti irripetibili, i volti dimenticati, fino allo schianto finale che mette termine a tutti i nostri momenti e ripiomba lo spirito audace nel vuoto da cui proveniva."


Una specie di speranza morta che lotta per la vita.

Un buon libro, per certi versi troppo lungo e con personaggi incomprensibilmente legati tra loro in modo quasi grottesco, ma che mi ha fatto scoprire un'autrice di cui leggerò senza dubbio altre storie. Mi è piaciuto il suo modo leggero di raccontare pensieri profondi e la sua delicatezza nell'affrontare la vita.


E voi? La conoscevate?

Nata in Irlanda e morta in Inghilterra nel 1999, dev'essere stata una donna forte e interessante visto che ha trattato altri temi di filosofia, etica e relazioni sessuali.

Se avete qualche suo libro da consigliarmi, aspetto i vostri commenti, così come aspetto i vostri pareri se leggerete questo libro.


A presto

La delicatezza è tutto quello che abbiamo da dare a questo mondo.


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